lunedì 23 gennaio 2017

#Recensione: I SEGRETI DI HEAP HOUSE di Edward Carey

Giorno Fantastici!
Eccoci di nuovo con una nuova e fresca recensione di un piccolo gioiello di romanzo quale è I Segreti di Heap House scritto da Edward Carey.

TITOLO: I segreti di Heap House
AUTORE: Edward Carey
EDITORE: Bompiani
PAGINE: 352
PREZZO: 15,30

DI COSA PARLA QUESTO LIBRO?
La storia si svolge nei pressi di Londra, intorno alla fine del 1800. Heap House è una grande, immensa e bizzarra tenuta, costruita letteralmente in mezzo ai cumuli (Rifiuti). La proprietà, costruita riutilizzando parti di edifici recuperati da ogni parte della città, ha l'aspetto di un agglomerato architettonico disomogeneo e instabile. All'interno, vi sono gli Iremonger, nobile famiglia fiera delle proprie origini, e proprietaria dell'immensa discarica a cielo aperto, attorno alla casa. Ogni membro della famiglia possiede un oggetto, il coseddetto "oggetto natale", datogli alla nascita, e da cui difficilmente può e vuole separarsi. L'oggetto può essere qualcosa di comune come una tazza, una moneta o un fischietto di metallo oppure qualcosa di prezioso. Non conta. Ogni Iremonger ne possiede uno e spesso l'oggetto rappresenta il suo padrone in senso stretto.

IN CHE GENERE SI COLLOCA QUESTO LIBRO?
Potrei catalogare questo libro semplicemente nel genere fantasy, ma se dovessi essere più specifico, direi che il romanzo in questione è un gotico/bizzarro/fantastico.

COSA NE PENSO
Questo romanzo mi aveva attirato, inizialmente, dalla copertina, che mi ha ricordato in qualche modo l'arte gotica e bizzarra di Tim Burton. Le illustrazioni, realizzate da Edward Carey stesso, rappresentano i personaggi in maniera grottesca, caricaturale, ed essendo presenti anche e soprattutto all'interno del volume, aggiungono alla storia quel tocco di macabro bizzarro che la storia trasmette. Il romanzo è scritto molto bene, scorrevole, lo si legge molto velocemente. Uno degli elementi che ho apprezzato particolarmente di questo romanzo è la sua originalità. Non credo di aver letto nulla di vagamente simile, per trama e svolgimento. Ogni capitolo era una sorpresa e non si riusciva minimamente a capire cosa sarebbe successo dopo un determinato fatto o come si sarebbe svolta la storia. Molto imprevedibile. I personaggi sono assurdi e poco credibili ma credo sia un elemento voluto. Gli Iremonger sembrano vivere in un mondo tutto loro, con regole rigide e assurde e una morale discutibile e inaccettabile. Il messaggio di fondo di tutta la storia è molto forte. Siamo schiavi delle cose. Siamo schiavi del nostro cellulare. Siamo schiavi dei nostri ninnoli. Siamo materialisti e spesso amiamo più le cose che le persone. Questo tema è affrontato nel romanzo in maniera molto fantasiosa e diretta, ma subito chiara.

Il romanzo è il primo di una trilogia. Gli altri due sono "Foulsham" e "Lombra".


CHI È L'AUTORE?
Edward Carey, classe 1970, è uno scrittore e illustratore inglese. Ha studiato teatro alla Hull University e ha scritto numerosi spettacoli teatrali, lavorando in diversi paesi tra cui Inghilterra, Romania, Lituania, Germania e Stati Uniti. Le sue opere tradotte in italiano, pubblicate da Bompiani, sono Observatory mansions (2003), Alva e Irva. Le gemelle che salvarono una città (2004), I segreti di Heap House (2015) e Foulsham (2016), rispettivamente, questi ultimi, il primo e il secondo volume della saga di Iremonger.
Edward Carey è stato ospite al festival Mare di Libri nell’edizione 2016.
VOTO:


Alla prossima recensione!

venerdì 20 gennaio 2017

#recensione Re in eterno di Terence Hanbury White

«Era mia sorella… e fu la madre di mio figlio.»

RE IN ETERNO (The once and future king) di Terence Hanbury White è solo una delle tante rivisitazioni del ciclo bretone. E' un omnibus postumo (1958) che raccoglie i seguenti 4 volumi (di fianco, la data di pubblicazione):

1) La spada nella roccia, 1938
2) La regina dell'aria e delle tenebre, 1939
3) Il cavaliere malfatto, 1940
4) La candela nel vento, 1958

Le mie considerazioni? Mozzafiato. La materia di Britannia continua a parlarci dimostrandosi attuale e White è solo uno dei suoi tanti portavoce. Pur non aggiungendo nulla di nuovo egli riesce a distinguersi grazie allo stile poliedrico. L'epos di Artù incarna simbolicamente la fine di un'età aurea e l'arrivo di un più tetro e incerto domani - diceva Tolkien - ma vi è anche una speranza per l'avvenire.

Appoggio in pieno la scelta del volume unico, giacché le 4 parti sono veramente inseparabili. Acquisiscono spessore solo se lette tutto d'un fiato. Ciò che ora sembra ridondante, nel libro seguente risulta essenziale; ogni parte getta le basi per la successiva. White ha detto così tanto eppure così poco. 700 pagine in cui solo lui sa com'è riuscito a coprire tutta la materia, nobilitandola, senza dimenticare nulla. Lo ammetto, questa è una delle rare, se non uniche, volte in cui traviso totale padronanza della materia. Detto ciò, mi è piaciuta molto la gestione della materia. Copre tutta la vita di Artù a partire dall'incontro con Merlino, in adolescenza; non dice mai più del dovuto; dà un taglio introspettivo anziché "meccanico"; lo stile è poliedrico e incisivo; personaggi molto più umanizzati (anziché idealizzati e stereotipati - per esempio qui Lancillotto è un cesso a pedali, però cucca). Come lettura d'evasione è ottima: intrattiene lasciando il segno. La chiusa è uno spettacolo. Curiosità: dal primo volume è stato tratto il riadattamento cinematografico “La Spada nella Roccia”, Disney.