«Era mia sorella… e fu la madre di mio figlio.»
RE IN ETERNO (The once and future king) di Terence Hanbury White è solo una delle tante
rivisitazioni del ciclo bretone. E' un omnibus postumo (1958) che raccoglie i seguenti 4 volumi (di
fianco, la data di pubblicazione):
1) La spada nella roccia, 1938
2) La regina dell'aria e delle tenebre, 1939
3) Il cavaliere malfatto, 1940
4) La candela nel vento, 1958
Le mie considerazioni? Mozzafiato. La materia di Britannia continua a parlarci dimostrandosi
attuale e White è solo uno dei suoi tanti portavoce. Pur non aggiungendo nulla di nuovo egli riesce a
distinguersi grazie allo stile poliedrico. L'epos di Artù incarna simbolicamente la fine di un'età aurea
e l'arrivo di un più tetro e incerto domani - diceva Tolkien - ma vi è anche una speranza per
l'avvenire.
Appoggio in pieno la scelta del volume unico, giacché le 4 parti sono veramente inseparabili.
Acquisiscono spessore solo se lette tutto d'un fiato. Ciò che ora sembra ridondante, nel libro
seguente risulta essenziale; ogni parte getta le basi per la successiva. White ha detto così tanto
eppure così poco. 700 pagine in cui solo lui sa com'è riuscito a coprire tutta la materia,
nobilitandola, senza dimenticare nulla. Lo ammetto, questa è una delle rare, se non uniche, volte in
cui traviso totale padronanza della materia. Detto ciò, mi è piaciuta molto la gestione della materia.
Copre tutta la vita di Artù a partire dall'incontro con Merlino, in adolescenza; non dice mai più del
dovuto; dà un taglio introspettivo anziché "meccanico"; lo stile è poliedrico e incisivo; personaggi
molto più umanizzati (anziché idealizzati e stereotipati - per esempio qui Lancillotto è un cesso a
pedali, però cucca). Come lettura d'evasione è ottima: intrattiene lasciando il segno. La chiusa è uno
spettacolo.
Curiosità: dal primo volume è stato tratto il riadattamento cinematografico “La Spada nella Roccia”,
Disney.
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